Hepatozoonosi nel cane e nel gatto: una patologia sottovalutata
Hepatozoon nel gatto
L’epatozoonosi del gatto è una malattia protozoaria trasmessa prevalentemente da zecche, spesso molto sottovalutata per i felini in quanto meno evidente a livello diagnostico ed aspecifica a livello sintomatologico. Dopo aver ingerito la zecca, o altri vertebrati (anfibi , rettili) infestati, il protozoo si localizza e sviluppa in organi bersaglio (midollo, milza, fegato). Nel gatto sono state isolate specie non determinate di Hepatozoon, non attraverso l’osservazione dei gamonti nei Granulociti Neutrofili come nel cane. Nei tessuti dei gatti domestici, alla necroscopia si riscontrano degli schizonti. Il gatto infestato presenterà ipertermia, letargia, anemia normocitica-normocromica, anoressia. Spesso questa patologia è associata a immunodepressione (gatti FIV FELV positivi ecc.).
Hepatozoon nel cane
La trasmissione di H. canis ai cani avviene di solito attraverso l’ingestione della zecca vettrice. Tuttavia, sono possibili altre vie. L’osservazione dei cani colpiti da infezione spontanea e sperimentalmente indotta indica che la sindrome da epatozoonosi è complessa e per indurre la comparsa del quadro clinico sono necessari fattori diversi dalla sola presenza del microrganismo. Hepatozoon può venire identificato nei leucociti (Granulociti Neutrofili ) di cani clinicamente normali. Sembra essere importante l’immunosoppressione o la concomitante presenza di infezioni da virus del cimurro, parvovirus canino, Toxoplasma,Leishmania, Babesia o Ehrlichia. Febbre ed emaciazione sono i due segni clinici descritti con maggiore frequenza; inoltre, nella maggior parte dei cani si osservano depressione, atrofia muscolare generalizzata ed iperestesia (rilevabile in modo particolare in corrispondenza delle regioni paraspinali), scolo oculare e nasale purulento e lieve anemia. L’iperestesia si manifesta sotto forma di rigidità e riluttanza a muoversi e rigidità cervicale e/o del tronco, che probabilmente deriva da reazione periostale ed infiammazione muscolare. Nella malattia ad insorgenza spontanea risulta tipico il riscontro di un conteggio leucocitario elevato, con valori variabili da 20.000 a 200.000 cell/μl. Le anomalie del profilo biochimico in corso di epatozoonosi sono rappresentate da abbassamento delle concentrazioni di glucosio ed albumina, occasionale iperglobulinemia ed aumento dell’attività della fosfatasi alcalina. I reperti radiografici possono variare da una prominente proliferazione ossea periostale alla mancanza di alterazioni rilevabili. La diagnosi definitiva di epatozoonosi viene formulata sulla base del riscontro del microrganismo negli strisci di sangue (l’ideale è impiegare le colorazioni di Romanovsky). I gamonti, presenti nei neutrofili e nei monociti, assumono una colorazione blu ghiaccio con le tecniche di Giemsa o di Leishman. La biopsia muscolare è un’altra possibilità per emettere la diagnosi di epatozoonosi.


Hepatozoon felino
Contagio : Artropodi (Rhipichephalus sanguineus), Vertebrati (anfibi, rettili), Trasplacentare
Ciclo : Ingestione vettore, produzione di gamonti raramente visibili nei Granulociti Neutrofili del gatto, localizzazione nel sistema
Ospite definitivo : i Mammiferi
Organi target : Midollo, Milza, Fegato
Sintomi : Anemia Leucocitosi Ipertermia
Parametri analitici di riferimento: Iperglobunemia, ipoalbminemia, +ALP, +CK, esame citologico o istologico organi bersaglio
Terapia : Imidocarb dipropionato 5-6 mg/kg ogni 14 giorni, S.C. o I.M.
Hepatozoon cane
Contagio : Artropodi (Rhipichephalus sanguineus), Vertebrati (anfibi, rettili), Trasplacentare
Ciclo : Ingestione vettore, Produzione di gamonti raramente visibili nei Granulociti Neutrofili del gatto, Localizzazione nel sistema
Ospite definitivo : i Mammiferi
Organi target : Midollo, Milza, Fegato
Sintomi : Anemia, Leucocitosi, Ipertermia, Emaciazione Depressione, atrofia muscolare generalizzata ed iperestesia scolo oculare e nasale purulento.
Parametri analitici di riferimento: Iperglobunemia, ipoalbminemia, +ALP, +CK, esame citologico o istologico organi bersaglio. Leucocitosi
Terapia : Imidocarb dipropionato 5-6 mg/kg ogni 14 giorni, S.C. o I.M.. fino alla scomparsa del parassita alla lettura dei vetrini. In alcuni casi è stata associata la doxiciclina, alla dose di 10mg/kg per die, per 21 giorni.
Autore: Paolo Romano (DVM): SCOPRI IL NOSTRO TEAM SCIENTIFICO