Il mastocitoma cutaneo rappresenta la neoplasia cutanea più comune nel cane (8-9 anni)
Il mastocitoma cutaneo rappresenta la neoplasia cutanea più comune nel cane. I cani adulti (8-9 anni) meticci sembrano essere i più colpiti, cosí come esemplari di razza Boxer, Labrador Retrievers, Golden Retriever, Cocker Spaniel, Schnauzer, Staffordshire Terrier, Beagle, Rhodesian Ridgeback, Weimaraner, Shar- Pei e razze discendenti dal Bullgod.
Il mastocitoma cutaneo si presenta come un rigonfiamento o un nodulo rilevato, spesso arrossato e pruriginoso; si tratta di una proliferazione neoplastica di mastociti, nel cui citoplasma sono contenuti granuli di istamina, rilasciati in corso di processi infiammatori, soprattutto da ipersensibilità.
La presenza dei granuli colore porpora (più abbondante nei mastocitomi meno aggressivi) è la caratteristica che rende questa neoplasia di facile diagnosi citologica se eseguita da un laboratorio specifico poichè le colorazioni rapide possono dilavare i granuli di istamina causando falsi negativi (vedi immagini).
E’ importante che i proprietari si affidino al veterinario e che accettino tutti gli iter diagnostici.
L’ esame citologico rappresenta il primo approccio diagnostico, seguito da asportazione chirurgica ed esame istologico con valutazione dei margini (per stabilire la completa o incompleta escissione) e la valutazione del grado istologico.
La valutazione del grado istologico e l’eventuale esame immunoistochimico con anticorpi anti C-KIT e Ki67 (indice di proliferazione tumorale) indirizzano il veterinario curante verso l’iter terapeutico corretto.
L’European Consensus on Mast Cell Tumours of Dogs and Cats pubblicato su Veterinary and Comparative Oncology nel 2012 indica che:
- Il grado tumorale è un importante fattore prognostico
- Il trattamento primario è rappresentato dall’asportazione chirurgica
- La radioterapia deve essere utilizzata quando la completa asportazione chirurgica non è possibile
- La chemioterapia può essere intrapresa per la citoriduzione pre chirurgica, in neoplasie ad elevato grado, quando vi sia evidenza di disseminazione sistemica, per tumori non completamente asportati
- Gli inibitori tyrosina Kinasici vanno utilizzati per neoplasie non asportabili, ricorrenti e quando la chemioterapia tradizionale non è possibile o efficace. In tal caso, la valutazione dello stato di mutazione del gene KIT sembra essere associato a risposta con tali farmaci
Lorella Maniscalco, Elisa Maggi, Andrew Fats, Lucia Facchetti.
