Proteinuria e Rapporto PU/CU
Con il termine proteinuria viene indica la presenza di proteine nelle urine, una condizione secondaria a numerosi processi sia fisiologici che patologici.
La quantificazione della proteinuria è parte fondamentale del processo diagnostico in ogni paziente in cui si sospetti una malattia renale cronica (CKD).
La proteinuria è considerata un marker di danno renale sia nel cane che nel gatto.
Come si determina la proteinuria?
I metodi di misurazione delle proteine nelle urine utilizzati più frequentemente nella pratica clinica sono i dipstick ed il rapporto proteine urinarie-creatinina urinaria (UPC).
Il dipstick è uno strumento rapido e immediato per un primo approccio al paziente ma deve essere interpretato correttamente alla luce del Peso Specifico (USG), considerando che un 2+ di proteine ha un maggior significato con un USG di 1012 piuttosto che con un USG normale (1035 nel cane, 1045 nel gatto).
Il rapporto UPC invece è sicuramente una misurazione più precisa su cui basarsi per inquadrare il paziente renale e la reale presenza di proteine nelle urine nel cane e nel gatto.
Quante misurazioni di UPC è necessario effettuare?
Quando si sospetta una proteinuria patologica è necessario effettuare misurazioni ripetute nel tempo per poterla classificare come persistente o transitoria. È importante NON basarsi MAI su una sola determinazione.
Differenti studi hanno inoltre dimostrato l’esistenza di una grande variabilità “giorno per giorno” del valore di UPC in particolare in quei pazienti che sono maggiormente proteinurici (UPC>2). Molti ricercatori suggeriscono quindi in animali in cui si sospetti una proteinuria di esaminare un pool di 3 campioni di urine equivolume raccolte in tre giorni consecutivi piuttosto che un singolo campione.
È importante notare che questa variabilità “giorno per giorno” può determinare problemi interpretativi maggiori in quei pazienti che potrebbero essere identificati come proteinurici sulla base di UPC vicini allo 0,5 (Classificazione IRIS), in cui nell’80% dei casi possono verificarsi cambiamenti significativi dell’UPC, mentre è in realtà meno importante nei soggetti marcatamente proteinurici (UPC∼4) dove ci vorrebbe una riduzione di oltre il 50% del valore per poter indurre una alterazione interpretativa significativa.
Quando si definisce una proteinuria Persistente?
La proteinuria si definisce essere persistente nel paziente quando si riscontra la presenza delle proteine nelle urine in tre misurazioni successive a distanza di due settimane l’una dall’altra.
In medicina veterinaria la proteinuria persistente è un reperto legato in realtà a molteplici cause che vanno individuate utilizzando un corretto protocollo diagnostico finalizzato ad identificare la patologia che determina la proteinuria. Indipendentemente dalla sua entità, è considerata un reperto clinicopatologico di patologia renale quando è stata esclusa la possibilità che sia di origine pre-renale e post-renale.
Come viene classificata la Proteinuria?
- La proteinuria pre-renale è caratterizzata da proteinuria lieve, secondaria ad un’aumentata filtrazione di proteine a basso peso molecolare quali emoglobina, immunoglobuline a catene leggere, mioglobina e dimeri, in quantità tali da superare la capacità di riassorbimento del tubulo contorto prossimale.
- La proteinuria renale comprende sia la proteinuria fisiologica che quella patologica, ma quest’ultima è sicuramente la causa primaria di proteinuria persistente ed è secondaria ad alterazioni della barriera di filtrazione glomerulare e/o del riassorbimento tubulare (sindrome di Fanconi) con danno interstiziale secondario. Alti livelli di proteine nelle urine (UPC>2) sono frequentemente secondari ad alterazioni nella barriera di filtrazione glomerulare, anche se la presenza di proteinuria di minore entità non può escludere un danno glomerulare primario.
- La proteinuria post-renale è caratterizzata dalla deposizione nelle urine di proteine provenienti da ureteri, vescica e uretra. È causata da infiammazioni, infezioni delle vie urinarie, emorragie e infezioni a carico dell’apparato genitale (proteinuria post-renale extrarenale). Un esame corretto del sedimento è in grado di evidenziare questo tipo di proteinuria.
(Nota: per più specifiche ed esaustive informazioni si può consultare on-line: METODI DI MISURAZIONE E IMPLICAZIONI DELL'ALBUMINURIA E DELLA PROTEINURIA NEL CANE Presentata da: Dott.ssa Luisa Conti. Tesi di dottorato. Bologna. CLICCA QUI)
Classificazione IRIS 2017 Staging of CKD
In tutti gli animali malati, monitorare e quantificare l’ UPC in accordo con le Linee Guida della International Renal Interest Society (IRIS) (CLICCA QUI PER LE LINEE GUIDA) è necessario per un trattamento appropriato del paziente.

Valore UPC (mg/dl) | Substage | |
Cane | Gatto | |
<0.2 | <0.2 | Non-proteinurico (NP) |
Tra 0.2 e 0.5 | Tra 0.2 e 0.4 | Borderline proteinurico (BP) |
>0.5 | >0.4 | Proteinurico (P) |
- Rapporto compreso tra 1 e 5 frequente in nefrite interstiziale cronica
- Rapporto compreso tra 3 e 40 frequente in glomerulonefrite
- Rapporto compreso tra 10 e 40 frequente in amiloidosi